I muretti a secco, patrimonio Unesco

Una delle particolarità del Sentiero delle Volte sono i muretti a secco. I muretti a secco hanno una tecnica molto complessa e la manutenzione è difficile, essendo solo pietra incastrata una sopra all’altra senza leganti, il recupero è molto costoso, quindi si è deciso di recuperare solo i muretti a secco per ripristinare il sentiero e poi saranno recuperati alcuni terrazzamenti attorno a Termenago, ma in una zona meno ripida, per riprendere coltivazioni particolari.
 

Una volta ogni muretto a secco serviva per creare il piano per la coltivazione su un terrazzamento e si coltivava frumento, orzo, segale, fino agli anni ’50 e ’60, anni in cui questi terrazzamenti furono abbandonati, anche per il cambio dell’economia della Valle. Il Sentiero delle Volte, oltre che come sentiero di collegamento, era utilizzato come sentiero di accesso ai terrazzamenti, perché questa zona era coltivata, adesso il bosco ha ripreso terreno, ma nell’antichità c’erano almeno dieci livelli e da Mezzana fino a Ossana era tutto un terrazzamento: all’epoca della coltivazione c’era un panorama diverso da adesso, nel momento della maturazione del grano le coste erano color oro, il giallo intenso del frumento. Poi il bosco ha preso possesso della costa della montagna, anche perché con le tecnologie di oggi sarebbe davvero scomodo coltivare i terrazzamenti.

I muretti a secco si trovano lungo il percorso, che è stato ampliato riportandolo alle probabili dimensioni originarie: il bosco infatti lo aveva ridotto a una traccia non utilizzabile dai più. Un percorso solo pedonale a vantaggio del nuovo turismo attivo, a ritmi lenti, open air, per un nuovo modo di fruire il territorio: turismo meno impattante, silenzioso, senza cementificazione ulteriore.

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